L’idea progettuale nasce da una riflessione sui sentimenti e i valori che hanno animato il periodo della pandemia da COVID-19. Durante questo difficile momento storico abbiamo assistito alla perdita di innumerevoli vite umane, venendo privati perfino dell’ultimo abbraccio: sono stati mesi duri, dove la speranza di superare questo dramma era ridotta al minimo. Ma è stato proprio in questo momento così difficile che la collettività delle persone si è messa in gioco, esprimendo un senso di Comunità ed unione mai visti negli ultimi decenni e trasmettendo un messaggio forte e consapevole, dimostrazione che si poteva e si doveva “andare avanti” per una rinascita.
Il progetto vuole racchiudere tutti questi sentimenti in una successione spaziale che parte dal Santuario della Madonna della Forcella, simbolo della Comunità Cattolica, attraversa il sagrato e termina all’estremità del parcheggio oltre la strada. I punti focali di questo percorso sono espressi sinteticamente nel sagrato, oggetto di una riqualificazione verde e di ri-significazione, e nel punto panoramico oltre il parcheggio, dove trova sede il nuovo Memoriale. Questo punto è ritenuto strategico per la sua apertura verso tutti i Comuni della media Valle Seriana, e viceversa: si propone soprattutto come punto di riferimento degli stessi, essendo visibile da gran parte del territorio circostante.
Il sagrato presenta due sedute semicircolari che simulano l’abbraccio e richiamano un senso di unione e comunità: il luogo viene valorizzato attraverso la riqualificazione delle aiuole e la piantumazione di 2 Mandorli, simbolo di speranza e rinascita.
Il Memoriale alle vittime della pandemia da COVID-19 si traduce in un arco in calcestruzzo e metallo che può essere attraversato dalle persone, suggerendo l’azione di guardare e andare oltre. La zona è delimitata da un cerchio a terra, che descrive in maniera netta un’area pavimentata, richiamando i limiti allo spostamento che hanno caratterizzato il momento della pandemia. All’interno di quest’area vi è una successione di 3 parallelepipedi in calcestruzzo lisciato che definiscono tre momenti: l’avvicinamento all’arco, l’essere di fronte ad esso e il suo superamento. L’arco è costituito da una doppia pelle in metallo, costellata da tanti fori quante sono state le vittime della pandemia sul territorio: ogni foro quindi permette il passaggio di un raggio di luce all’interno dell’arco. La parte di arco che guarda verso il Santuario è più stretta e realizzata in calcestruzzo lisciato, con l’incisione di una citazione di Victor Hugo sulla possibilità di rinascita: “Finirà anche la notte più buia e sorgerà il sole”. La parte di arco che invece protende verso la vallata è più ampia e completamente in metallo, come una “cupola di riflessione” che nelle ore serali funge da lanterna, visibile anche dai Comuni limitrofi.